martedì 13 dicembre 2011

The Falling Man (2001)




Anno: 2001
Luogo: New York (USA)
Fotografo: Richard Drew








Tra le numeorse foto che documentano l'attacco alle Torri gemelle scelgo questa, nota come The Falling Man. "L'uomo che cade" è una fotografia scattata dal fotografo dell'Associated Press Richard Drew. Si tratta di un uomo che precipita dalla Torre Nord del World Trade Center alle ore 09:41 durante gli attacchi dell'11 settembre a New York City.

Il soggetto dell'immagine, la cui identità rimane incerta, ma si sostiene possa essere quella di Jonathan Briley, che ha lavorato in un ristorante al piano superiore, era una delle persone intrappolate ai piani alti del grattacielo.
A quanto pare o è caduto mentre cercava di mettersi in sicurezza oppure ha scelto di saltare piuttosto che morire a causa del fuoco. Circa 200 persone sono cadute in quel giorno e non c'era tempo per recuperare e identificare coloro che sono stati costretti ad abbandonare gli edifici prima del crollo delle torri. Nessuna di questa morti è stata definita come suicidio perchè nessuno di loro era partito da casa quella mattina con l'idea di gettersi dalla finestra dell'edificio, ma si sono gettati in quanto costretti dal fuoco e dalla paura. 

Per quanto riguarda il significato sociale e culturale della foto dell'uomo che cade, il teologo Mark Thompson ha detto che «E' forse l'immagine più potente di disperazione, all'inizio del XXI secolo e non si trova nell' arte, nella letteratura o nella musica anche popolare quello che si trova in una singola fotografia».

Qui potete vedere una intervista al fotografo Richard Drew.

Qui si conclude il mio viaggio attraverso il mondo delle fotografie più emblematiche della storia. Ma domani si sa, è un altro giorno.

Il rivoltoso sconosciuto a Tienanmen (1989)




























Anno: 1989

Luogo: Cina Tienanmen
Fotografo: vari


La protesta di piazza Tienanmen (nota in Cina come "incidente di piazza Tienanmen") fu una serie di dimostrazioni guidate da studenti, intellettuali ed operai nella Repubblica Popolare Cinese tra il 15 aprile ed il 4 giugno 1989. Simbolo della rivolta è considerato il Rivoltoso Sconosciuto, (Tank Man) uno studente che, da solo e completamente disarmato, si mise davanti ad una colonna di carri armati per fermarli: le fotografie che lo ritraggono sono popolari nel mondo intero e sono per molti un simbolo di lotta contro la tirannia. Quella che ho inserito qui è quella di Jeff Widener della Associated Press.
Qui sotto invece ho inserito anche quella di Charlie Cole che gli permise di vincere il premio World Press of the Year nel 1989.













Questo invece lo scatto di Stuart Franklin della Magnum Photos. Una inquadratura che prende un'area più vasta e che a mio vedere contestualizza maggiormente l'evolversi della vicenda, a discapito però di una minore identificazione del soggetto.













C'è infine questa quarta foto che è quella di Artur Tsang Hin Wah fotografo della Reuters. Questa foto non venne scelta dall'agenzia che nel frattempo aveva scelto un'altra immagine, quindi non venne mai pubblicata.


Tutte e quattro le foto sono state scattate dall'Hotel Beijing che si affaccia su Changan Avenue. Anni dopo venne scoperta anche un'altra foto della scena, ripresa però dal basso.

Ragazza Afgana (1984)

Anno: 1984
Luogo: Peshawar (Pakistan)
Fotografo: Steve McCurry


Avrete certamente visto anche questa fotografia. Si tratta di una bambina di 12 anni fotografata dal fotografo Steve McCurry, al tempo della guerra sovietica in Afganistan. La ragazza si trovava nel campo profughi di Peshavar.

La fotografia fu scattata usando una Nikon e la pellicola Kodacrome Color. Fu scelta come copertina del numero di Giugno 1985 della rivista National Geographic e divenne la foto più nota tra quelle della rivista. La ragazza rimase a lungo senza un nome, precisamente fino al 2002 quando una delegazione del National Geographic andò alla ricerca della vera identità della ragazza, e scoprì che si chiamava Sharbat Gula. Quella fu la prima volta in cui lei vide il suo ritratto. La fecero così incontrare con il fotografo a cui aveva dato la notorietà e che a sua volta l'aveva resa celebre, Steve McCurry appunto, che così ebbe modo di farle una nuova foto nella stessa posizione.


Bambina Vietnamita in fuga dal Napalm (1972)

Anno: 1972
Fotografo: Nick Ut
Luogo: Saigon (Vietnam)

Anche su questa foto ci sarebbe tantissimo da dire. Prima di tutto cosa rappresenta? Un gruppo di bambini vietnamiti in fuga dai bombardamenti americani in Vietnam. Siamo nel villaggio di Trang Bang a circa 40 chilometri da Saigon
. Divenne il simbolo della protesta dei pacifisti contro quella guerra. Attorno a questa foto, scattata da Nick Ut, fotografio vietnamita dell'Associated Press, l'8 giugno 1972 e pubblicata sui giornali l'11 giugno si pronunciò anche il presidente Nixon.

Poi ci sarebbe da dire che si tratta di un ritaglio della foto originale, che inquadrava anche altri fotografi e cineoperatori alle spalle dei bambini. Tutti fecero però la foto da dietro mentre Ut si trovava davanti ai bambini. Il taglio non è stato fatto dal fotografo ma dai giornali. I fotografi del tempo, utilizzavano più macchine fotografiche. Questa venne scattata con una
Leica e un obbiettivo Summicron 35mm mentre l'Associated Press forniva ai pro
pri fotografi macchine Nikon. Nick Ut scattò infatti anche diversi rullini con una Nikon. Non avevano la possibilità di rivedere la foto ma mandavano subito i rullini all'agenzia che poi li sviluppava e li dava ai giornali. Tante volte i fotografi non vedevano nemmeno la foto che era stata scelta per la pubblicazione. Nick Ut con questa foto vinse il premio Pulitzer del 1972.


Dopo lo scatto Nick Ut soccorse la bambina e la aiutò a raggiungere l'ospedale dove venne curata.
C'è anche un video della Tv britannica ITM che mostra la scena ed i soccorsi che prestarono i soldati e i giornalisti ai bambini
http://www.youtube.com/watch?v=Ev2dEqrN4i0.
Concludo con la foto del fotografo assieme a Kim Puch, che oggi è una donna sposata ed è
ambasciatrice di pace nel mondo.

domenica 11 dicembre 2011

I Beatles attraversano Abbey Road (1969)

Anno: 1969
Fotografo: Iain MacMillan
Luogo: Londra

Abbey Road, la via di Londra dove si affacciano gli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l'intera carriera. Il popolarissimo ritratto fotografico è opera di Iain MacMillan, che verso mezzogiorno dell'8 agosto 1969, in bilico su una scala in mezzo alla strada, con la sua Hasselblad professionale immortalò i Beatles che andavano avanti e indietro lungo le strisce pedonali. Delle sei pose scattate la scelta cadde sulla quinta: in primo luogo perché era l'unica in cui i quattro erano ben allineati, e poi perché, considerata la fase della loro carriera, li rappresentava in marcia da sinistra a destra, cioè come se andassero via dagli studi di registrazione della Emi – il cui ingresso si trova sul marciapiede di sinistra. Diversi elementi in questa foto contribuirono ad alimentare la leggenda della morte di Paul McCartney: Paul, terzo a seguire nella fila, è l'unico scalzo ad attraversare la strada (nel Regno Unito i morti vengono sepolti scalzi) e fuori passo; in testa al gruppo c'è John Lennon che dovrebbe rappresentare il gran sacerdote, ministro del culto, a seguire Ringo Starr completamente vestito di nero (da impresario delle onoranze funebri) e in ultimo George Harrison vestito tutto in jeans, come un becchino; la targa LMW 281F (letta 28IF) del maggiolino parcheggiato sulla sinistra indicherebbe l'età di Paul se fosse stato in vita all'epoca dell'uscita del disco.





Stewart
Iain Macmillan, (20 ottobre 1938-8 maggio 2006) è stato il fotografo scozzese, celebre per aver preso la foto di copertina per strada album dei Beatles 'Abbey nel 1969. Dopo essere cresciuto in Scozia, si trasferisce a Londra per diventare un fotografo professionista. Ha usato una foto di Yoko Ono in un libro da lui pubblicato nel 1966 ed è stato invitato da Yoko per fotografare la sua mostra al Indica Gallery.


Lo presentò a John Lennon. John lo ha invitato ad essere il fotografo per la copertina di Abbey Road. Ha lavorato con il Lennons per diversi anni anche stare per un po 'nella loro casa di New York.

Aldrin cammina sulla luna (1969)

Anno: 1969
Fotografo: Neil Armstrong
Luogo: luna

Sia chiaro, ci sarebbero da scrivere pagine su questa foto... Perchè c'è la teoria complottista secondo cui l'uomo non sarebbe mai stato sulla luna. Per tutte le osservazioni che sono state riportate, le controdeduzioni. In internet ci si perde tra pagine di cose scritte. A noi basta dire che i due uomini che sono sbarcati sulla luna il 20 luglio del 1969 hanno realizzato alcune fotografie, tra cui questa che è quella divenuta più famosa e la più simbolica. Ci sono le prime orme lasciate da Buzz Aldrin che saltella, vista la poca forza di gravità presente sul suolo lunare. Sono state poste osservazioni sulla direzione dell'ombra che si vede chiaramente davanti, quindi dovrebbe essere un controluce, mentre il davanti del casco è ben illuminato. Altri dicono che le foto originali non erabo venute bene e che sono state rifatte in studio.

giovedì 8 dicembre 2011

The apple bullet (1964)

Anno: 1964
Fotografo: Harold Edgerton
Luogo: Usa


Inventore e artista, il dottor Harold Edgerton, professore al MIT (massachusett institute of technology), ha aperto la strada all'utilizzo del flash stroboscopico, stop-action fotografia e un metodo di prendere super-veloce le immagini chiamato Rapatronic.
La foto più famosa di Harold Edgerton è stata quella di un proiettile che attraversa una mela. Preso nel 1964 con durata del flash di circa un milionesimo di secondo usando uno stroboscopio appositamente costruito, è diventato una immagine molto famosa.
Il proiettile 0,30, viaggia a 2.800 piedi al secondo, trafitto a destra attraverso la mela, disintegrando la seconda completamente. Edgerton usato questa immagine nella sua conferenza del MIT, "Come forare una mela", per illustrare che l'entrata del proiettile supersonico è visivamente esplosiva come l'uscita.

Ho inserito questa, tuttavia, ci sono molte immagini di Edgertons famose: gli spruzzi di latte simili alla corona di un re, un golfista, che si gira con 100 flashate al secondo!

Le sue immagini sono state considerate oggetti di Pop Art ma lui non voleva essere un artista, voleva solo soddisfare la sua curiosità.

La National Geographic Society ha eletto Edgerton come uno dei quindici inventori più influenti del ventesimo secolo. Eppure, le sue fotografie iconiche sono esposte in prestigiosi musei e le gallerie d'arte più esclusive in tutto il mondo. Pochi artisti addestrati, per non parlare degli scienziati, hanno raggiunto un tale livello di successo artistico.
Edgerton ha riassunto il suo unico viaggio creativo e scientifico in questo modo: "L'esperienza di vedere l'invisibile mi ha fornito spunti e domande per tutta la mia vita."




Guerillero Heroico (1960)


Anno: 1960
Luogo: Cuba
Fotografo: Alberto Korda

Alberto Diaz Gutierrez, soprannominato Alberto Korda (omaggio al regista ungherese Alexandr Korda) è un fotografo cubano che, prima della rivoluzione castrista lavorava occupandosi di fotografie di moda e pubblicità, nella Cuba corrotta del regime di Batista.
Con lo scoppio della rivoluzione, nel 1959, Korda viene assoldato dai collaboratori del giovane Fidel Castro e diventa il fotografo del nuovo governo cubano, lavorando per il giornale Revolucíon in, con la missione di promuovere, al di fuori dei confini, l’immagine di un governo dinamico e pieno di energie. Missione che porta a termine dando vita ad immagini non di regime, che raccontano il cuore di Cuba e guardano a tutta quell’umanità che la società Cubana aveva omesso.


Alberto Korda è l’autore della fotografia più famosa del mondo, simbolo del ventesimo secolo, la foto a Che Guevara dal titolo “Guerillero Heroico”. La più famosa foto del Che fu scattata nel 1960, durante una cerimonia commemorativa delle 136 vittime di un sabotaggio della CIA nordamericana. Mentre dal palco Fidel Castro teneva un lungo discorso, improvvisamente comparve dalle retrovie il Che, che Korda riuscì ad immortalare con due scatti prima che scomparisse nuovamente tra le numerose personalità presenti. Rimasta appesa sulle pareti del suo studio fino al 1967, la foto del Che fu donata all’italiano Giangiacomo Feltrinelli che la pubblicò, sia come poster nel 1967, sia come copertina per il libro Diario in Bolivia nel 1968.

venerdì 18 novembre 2011

Battaglia di Iwo Jima (1945)

Anno: 1945

Fotografo: Joe Rosenthal

Luogo: Iwo Jima - Giappone



Questa è un'latra foto molto conosciuta, addirittura ci hanno anche ricavato un monumento. Non so quanti monumenti e film abbiano ricavato dalle foto.

La foto Ricevette il Premio Pulizer. Rappresenta sei marines alzano una bandiera americana per segnalare la conquista di un rilievo dell'isola di Iwo Yima, ritenuta strategica per i giapponesi. In realtà la immagine non fu la ripresa di una vera azione, ma fu piuttosto, in un momento di stasi delle azioni, una immagine "in posa", utilizzando la presenza di alcuni militari che stavano oziando nei dintorni, e la presenza di alcune masse di calcinacci su un crinale. Con la bandiera, ottenuta con la richiesta al locale comando americano, fu creata una composizione, che grazie alla spontaneità dei personaggi, dopo pochi tentativi di ripresa, (esistono diversi scatti da diverse angolazioni, e con disposizioni diverse dei personaggi), apparve subito significativa; fu scelta la immagine meglio riuscita, che poi divenne una vera icona del patriottismo statunitense.
Dalla immagine fotografica fu ricavato un monumento bronzeo in scala naturale, il Marine Corp War Memorial, collocato nei pressi del Cimitero Nazionale di Arlington. Il monumento è detto più semplicemente "Monumento di Iwo Jima". Il film invece è del 1949, si intitola "Iwo Jima, Deserto di fuoco" ed ha come attore professionista John Waine.





mercoledì 5 ottobre 2011

Bacio davanti all'Hotel de Ville (1950)

Anno: 1950
Luogo: Parigi (Francia)


Fotografo: Robert Doisneau








Anche questa è una delle foto più famose della storia della fotografia. E' stata scattata da Robert Doisneau a Parigi, davanti all'Hotel de Ville che è la sede del comune di Parigi. Questo geniale fotografo ha scattato nell'immediato dopoguerra qualcosa come 350 mila fotografie per le strade di Parigi. Lui apparteneva al gruppo dei fotografi "umanisti" ovvero fotografi che cercavano di cogliere le espressioni della gente. Scrisse: "Le meraviglie della vita quotidiana sono emozionanti, nessun regista in grado di organizzare l'inaspettato che si trovano per strada". Questa che vedete riprodotta è una delle più famose. La grande capacità di Doisneau fu quella di cogliere e riprodurre nelle sue foto istanti di cui altri non si accorgevano neppure. Si scoprì in seguito che i due protagonisti erano degli attori che avevano inscenato il bacio su invito e forse su pagamento dello stesso Doisneau. Questa è un'altra foto di Doisneau che mi piace tantissimo per la sponteneità e per l'ilarità. Ci sono diverse foto, forse Doisneau aveva messo appositamente nel negozio questa immagine piuttosto scandalosa per quegli anni...














sabato 1 ottobre 2011

Dalì Atomicus (1948)

Anno 1948
Fotografo: Philippe Halsman


Torniamo indietro di qualche anno, perchè questa foto è del 1948. Questa foto appartiene al surrealismo fotografico. E' opera di Philippe Halsman.
Ha fatto diversi ritratti a personaggi famosi. Anche lui ha fotografato Einstain e anche Alfred Hitchock, Marylin Monroe. Ma i suoi ritratti sono molto originali, così come i gatti e anche le persone saltano!!
Le sue foto concretizzano la filosofia della “jumpology” o "jump filosophy" secondo la quale l’atto stesso di saltare distraendo da tutto il resto, fa cadere la maschera che ognuno di noi indossa rivelando quello che non siamo più in grado di nascondere. Saltando la persona non riesce a controllare l'espressione facciale. Forse non è una delle foto più famose della storia ma è veramente originale.

Scambio di borraccia tra Coppi e Bartali (1952)


Anno 1952
Luogo: Francia
Fotografo: Carlo Martini



Siamo in Francia, ma il fotografo è italiano. Questa è una foto di sport, ma più che una foto è un simbolo, di fair play certo, ma anche un il simbolo di un'epoca che non ritornerà più tale. E' stata fatta da Carlo Martini durante una tappa del Tour de France del 1952. Il grande fotografo Vito Liverani dell’Agenzia Omega ci dà la sua sconvolgente verità sul mistero del "passaggio della borraccia". Liverani, grande amico di Carlo Martini, asserisce che fu praticamente una "bufala". Fu lo stesso Martini a raccontargli la verità. Tour del 1952. Dopo la vittoria di Coppi all’Alpe d’Huez, la corsa era praticamente finita, dominata dal Campionissimo. Martini, fotografo freelance, collaboratore dal 1951 della "Gazzetta" doveva cercare spunti interessanti per rifornire di foto "Sport Illustrato", la rivista settimanale della "Gazzetta". La corsa però languiva ed allora ebbe un’idea: organizzò la foto con la collaborazione di Coppi e Bartali in un momento tranquillo della corsa. Fu Martini a procurare la bottiglia e a fornirla ai due campioni-attori...

lunedì 19 settembre 2011

Einstain con la lingua fuori (1951)

Anno: 1951
Fotografo: Arthur Sasse
Luogo: Princeton



Questa foto divertente del famoso fisico, Albert Einstein, fu fatta subito dopo il banchetto del suo 72esimo compleanno quando un gruppo di fotografi e reporter gli dissero di mostrare un sorriso. Non volendone sapere di mostrare un altro sorriso ai rumorosi media, fece una linguaccia e subito dopo girò il volto. Ma inaspettatamente, il fotografo Arthur Sasse premette il pulsante di scatto nel momento giusto e fece la fotografia più influente della sua carriera.

Albert Einstein era, tuttavia, un uomo molto ironico. Gli piacque talmente che ordinò poi nove copie della foto, e ne diede una ad Howard K. Smith con il messaggio “Questo gesto vi piace, perché si rivolge a tutta l’umanità. Un civile può permettersi di fare ciò che non oserebbe un diplomatico. Il vostro fedele e riconoscente ascoltatore, A. Einstein’53 ”
La foto di Einstein apparentemente futile, è invece un espressione carica di significato,

The Kiss a Time Square (1945)

Anno: 1945 (14 agosto)
Fotografo: Alfred Eisenstaedt
Luogo: New York (USA)


Questa foto è nota anche con il nome di "V–J day in Times Square"
Protagonisti un marinaio americano che bacia una giovane infermiera. Vero amore? No, sembra piuttosto che si tratti dell’entusiasmo scatenato dall’annuncio dell’allora presidente Truman che dichiarava l’arresa del Giappone e la conseguente fine della seconda guerra mondiale.
Si tratta di uno scatto originale “rubato”; il fotografo ha successivamente dichiarato di aver iniziato a scattare semplicemente perché si trovava ad essere a Time Square con una Leica tra le mani e gli era stato impossibile resistere ala tentazione
Il giovane ragazzo in preda all’euforia, sembra abbia iniziato a baciare qualunque donna gli capitasse vicino: giovane, anziana, magra, grassa, bella, brutta….. probabilmente ne aveva già baciate una decina prima di arrivare a quella che è poi stata immortalata in ben 5 foto dello stesso Eisenstaedt –> una volta terminato il bacio, pare pure che la ragazza in questione gli abbia anche tirato uno schiaffo!!!
La foto fece poi parte della rassegna, Victory, pubblicata sulla rivista “Life” una settimana dopo come inno alla pace appena raggiunta.


Sbarco in Normandia (1944)


Anno: 1944
Fotografo: Robert Capa
Luogo: Normandia (Francia)

Le versioni sono contrastanti e le leggende si sono accumulate sui fatti, comunque pare che Capa durante i primi momenti dello sbarco scattò 4 rullini 35mm da 36 pose (144 scatti), probabilmente scattò anche dei rulli da 120 (medio formato), ma il grosso dello sbarco era sul 35mm perché è rimasta memoria della sua nota dove segnalava l’importanza dei 35mm (ma altri, visto il numero di scatti salvi, accreditano l’ipotesi che gli scatti buoni venissero dal medio formato). Comunque, al di là di cosa usò per scattare, questi rulli arrivarono nella redazione di Life a Londra dove ai tempi c’era un laboratorio di sviluppo interno, tutti erano in attesa degli scatti di Capa nonostante l’evento fosse coperto da diversi fotografi, nessuno sbarcava nel cuore della battaglia fianco al fianco con i soldati esattamente nel momento dell’inizio della battaglia...; arrivati i rulli furono passati subito al laboratorio di sviluppo dove iniziarono a lavorarli e dove, prima di passare alla provinatura, li svilupparono e li misero ad asciugare nell’apposita stanza di asciugatura. La stanza pare fosse troppo calda e l’addetto allo sviluppo pare che nonostante questo chiuse la porta della stanza, quando tornò i negativi erano irrimediabilmente fusi e grigi, solo uno spezzone di undici fotogrammi, il più lontano dalla fonte di calore, era vagamente sopravvissuto, mostrando immagini comunque rovinate e confuse per via dell’errore, quelle che conosciamo tutti. Quando Life pubblicò quegli undici scatti non fece menzione dell’errore compiuto in laboratorio e scrissero che si scusavano se le immagini erano leggermente fuori fuoco ma la situazione concitata dello sbarco giustificava la qualità. Capa, che sapeva benissimo cosa e come aveva scattato, quando scrisse il diario di quelle esperienze lo intitolò proprio “leggermente fuori fuoco”.

sabato 10 settembre 2011

Death of a soldier (1936)

Nel 1936, Capa diviene famoso in tutto il mondo per una foto scattata a Cordova, dove ritrae un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti. Questa foto è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate. Fu pubblicata, per la prima volta, sulla rivista VU, poi su Life, sul Picture Post e poi migliaia di altre volte. La foto è stata al centro di una lunga diatriba in merito alla sua presunta inautenticità, che sarebbe dimostrata in base al lavoro svolto dallo storico della fotografia Ando Gilardi, che avrebbe analizzato, nei primi anni ‘70, i negativi originali di Capa relativi alla nota foto. Stando alla ricostruzione di Gilardi. La celebre foto fu scattata nei pressi di Cordova, in Andalusia, nel villaggio di Espejo, e non nella località di Cerro Muriano, come affermato da Robert Capa. A Espejo, nei giorni in cui venne scattata la foto, non si svolgeva alcun combattimento tra i miliziani repubblicani e le forze fasciste agli ordini di Francisco Franco.


Anno: 1936
Fotografo: Robert Capa
Luogo: Cordova (Spagna)











L’immagine sarebbe stata scattata con una Rolleiflex, appartenuta alla compagna di Capa, la fotografa comunista tedesca Gerda Taro, morta a 27 anni nel 1937 nei pressi di Madrid (a Brunete, schiacciata durante un errore di manovra di un carro armato ‘amico’), mentre Capa fotografava esclusivamente con una Leica.

Loch Ness Monster (1934)


Anno: 1934
Fotografo: Robert
Kenneth Wilson
Luogo: Scozia












Questa foto è stata ritenuta la prova più eloquente dell’esistenza misteriosa del mostro del lago di Loch Ness. Viene anche detta “foto del chirurgo” poichè è stata scattata nel 1934, dal dott. Kenneth Wilson, medico chirurgo.
Solo nel 1994 la presunta prova fotografica fu demolita. In punto di morte Christian Sperling, figliastro del chirurgo, rivelò che il padre aveva semplicemente fotografato un modellino semigalleggiante, su incarico del cacciatore Marmaduke Wetherell. Il padre avrebbe accettato il bizzarro incarico del cacciatore che voleva ingannare il British Museum a titolo di vendetta personale, in quanto i membri del museo lo avevano in passato deriso quando aveva riferito loro di aver trovato tracce del mostro.

Hindenburg dirigible disaster (1937)


Anno: 1937
Fotografo: Murray Becker
Luogo: Lakehurst (New Jersey)














Questa è stata definita come la foto che ha distrutto una industria, quella dei dirigibili Zeppeling. E’ infatti la testimonianza di un incidente avvenuto il 6 maggio del 1937 mentre il dirigibile tedesco Hindenburg cercava di attraccare al pilone di Lukehurst. Morirono 35 delle 96 persone che si trovavano a bordo. Non fu l’unico disastro degli zeppeling, ma fu il solo documentato. Le fotografie ed il video fecero il giro del mondo e questo causò la diffidenza della gente verso questo tipo di mezzo di trasporto.

La foto di Becker venne ripresa anche nel 1969 dall’omonimo guppo inglese per la copertina del loro primo album.

Migrant mother (1843)


Anno: 1843
Fotografo: Dorothea Lange
Luogo: Stati Uniti




Migrant mother fu probabilmente quella che tutt’oggi viene considerata un’icona della storia della fotografia: il soggetto è Florence Owens Thompson, una donna di 32 anni, madre di sette figli, immortalata nei pressi di un campo di piselli in California (il titolo originale, infatti, è Destitute Pea Picker). Esiste un curioso aneddoto circa questa fotografia: nello scatto originale appare una mano in basso a destra, che però nella foto andata in diffusione di stampa è stata ritoccata. La foto fa parte di una serie di scatti.

domenica 4 settembre 2011

Lunch atop a skyscraper (1932)
















Lunch atop a Skyscraper (New York Construction Workers Lunching on a Crossbeam) è una famosa fotografia ripresa nel 1932 da Charles C. Ebbets durante la costruzione dell’Edificio GE del Rockefeller Center. Il fotografo ha ritratto 11 uomini che stanno mangiando o si accingono a mangiare per il pranzo, seduti su una trave di acciaio con i piedi penzolanti decine e decine di metri sopra le strade di New York City. Ebbets ha scattato la foto il 29 settembre 1932, ed è stata pubblicata dal New York Herald Tribune nel supplemento fotografico domenicale del 2 ottobre 1932. Il Beetmann archive, detentore dei diritti di copyright non riconobbe la foto all’autore fino all’ottobre del 2003. Molti poster infatti riportano la scritta “Autore anonimo” .










Questa è invece una foto dell'edificio GE del Rockfeller Center che fra l'altro ospita la sede dell'emittente televisiva NBC.


L'incidente di Montparnasse (1895)


Ho inserito questa foto molto curiosa, è stata immagine del giorno su wikipedia il 16 gennaio 2007. Da quando l’ho vista mi è sempre rimasta impressa. Il treno, nell’entrare nella stazione di Montparnasse. Il convoglio era composto da due vagoni per bagagli e un vagone postale che si trovavano immediatamente dietro la locomotiva, a seguire otto vagoni passeggeri ed un ultimo vagone bagagli in coda treno. Il treno partì con un ritardo di nove minuti; il macchinista sarebbe voluto arrivare in orario a Monteparnasse e per questo motivo non rallentò in tempo. Il capotreno Albert Mariette azionò il freno d’emergenza Westinghouse ma esso non funzionò. Il convoglio ruppe i respingenti, attraversò la stazione, sfondò il il muro di facciata e cadde sulla fermata dei tram posta dieci metri più in basso. Tutti i vagoni passeggeri rimasero all’interno della stazione. Non vi fu alcuna vittima tra i passeggeri.

Fading Away - spegnersi (1858)

Henry Peach Robinson è stato un fotografo britannico, pioniere del fotomontaggio e del movimento pittorialista.
Nel 1850, guidato da Hugh Diamond, scoprì la fotografia a cui si appassionò e nel 1857 abbandonò la sua attività per aprire un laboratorio fotografico.
Si occupò del ritocco fotografico dei ritratti, a cui applicava colori o correggeva imperfezioni direttamente sul positivo. Insodisfatto della resa delle pellicole dell’epoca, utilizzò estesamente la tecnica della doppia esposizione per rendere correttamente il paesaggio. Inoltre utilizzò più negativi per comporre un’unica fotografia, come nella famosa Fading Away, dove l’immagine era composta da cinque negativi.















Fading Away è forse la foto più famosa del fotografo britannico. Si tratta di una immagine costituita mediante l’assembleamento di cinque diversi negativi. Mostra l’agonia di una ragazza sofferente di tubercolosi, circondata dalla sua famiglia. Ben visibile il grano lasciato dal collodio, che dà all’immagine l’aspetto pittorico. Morfologicamente, ci sono linee contrastanti che regolano l’armonia del quadro. Da una parte le pieghe della tenda, le figure dei familiari e le gonne tendono alla verticalità, dall’altra la finestra e la stessa protagonista tendono all’orizzontalità. Vi è uno spazio simbolico rappresentato dal cielo in tempesta che si intravede al di fuori della stanza, metafora della sofferenza dei parenti. Il risultato, trovato nell’armonia della composizione, coinvolge lo spettatore nel dolore e nel dramma, rendendolo partecipe delle emozioni dei personaggi.

The open door (1843)


Contemporaneamente a Daguerre William Fox Henry Talbot stava compiendo il suo percorso verso la scoperta della fotografia. Conobbe e collaborò con Joh Herschel (che era un astronomo e matematico e che coniò il termine fotografia).
Le ricerche di sulla luce si unirono nell’invenzione che lo rese famoso, la Calotipia oppure, derivata dal suo nome, Talbotipia. Si tratta di un procedimento fotografico che permetteva la riproduzione delle immagini con il metodo negativo/positivo. Fu presentata alla Royal Society sette mesi dopo quella di Louis Daguerre, il dagherrotipo. Questo ritardo fece perdere importanza alla calotipia, anche perché il metodo utilizzato da Talbot era più laborioso di quello presentato da Daguerre, e di qualità inferiore. Nel 1844 pubblicò il volume The Pencil of nature, contenente 24 calotipi. Ecco Talbot fu anche il primo annoverato come fotografo.
Questa la sua foto che abbiamo scelto, la porta aperta.

Il Dagherrotipo


Questa è un'altra foto famosa, è il primo dagherrotipo che prende il nome da Louis Daguerre (di cui vediamo una foto accanto). E' stata realizzata nel 1839. Daguerre era un pittore e scenografo teatrale. Siamo a Parigi è una finestra che si affaccia su Boulevard du Temple.
Il Boulevard era considerata all’epoca la piazza principale per la vita vera del popolo di Parigi. L’immagine non trasmette nulla di tutto questo, a causa della lunghissima posa necessaria (circa 10 minuti) le strade appaiono deserte poiché i soggetti in movimento non rimanevano impressi sulla lastra.
Tuttavia in primo piano a sinistra vi è un signore in frac, piccolo di statura che mantiene la posa per il tempo di esposizione lungo alcuni minuti, perché intento a farsi lucidare le scarpe.
I contemporanei sospettarono che Daguerre aveva assunto due persone per recitare le parti, mantenendo la posa. (qualcuno suppone anche che sia lo stesso Daguerre ad essersi messo in posa).... Vabbè in ogni caso, questa immagine è ricordata come la prima immagine fotografica dove compare un essere umano. O forse due esseri umani.

La fotografia venne scattata nel 1839 da Daguerre fuori dalla finestra del suo appartamento al numero 5 di Rue des Marais, strada che scomparve dopo gli sventramenti del piano urbanistico del barone Haussmann. Questa storica immagine era conservata nel Museo Nazionale di Monaco fino a quando, nel corso della seconda guerra mondiale, andò completamente distrutto.

lunedì 29 agosto 2011

la prima foto


Salve a tutti, questo è un blog di fotografia, l'ennesimo forse, ma non importa. Voglio iniziare un percorso che forse sarà uguale, parallelo a tanti altri ma che magari potrà dare qualche nuovo spunto di riflessione a coloro che di nutrirsi di fotografia non sono mai sazi. Il titolo è "l'ho già vista" poichè qui voglio mettere delle foto che magari tutti abbiamo visto più di una volta senza soffermarci più di tanto o magari lo abbiamo fatto chiedendoci dove l'avevamo già vista, che significato aveva per noi, chi ne è l'autore. Oggi grazie ad internet, queste informazioni si possono trovare piuttosto facilmente. Ma qui voglio inserire quelle che per me sono significative più di altre, e magari lo sono anche per voi.


La prima foto che ho scelto è quella che tutti considerano come la prima immagine "fotografica", (non si chiamava ancora fotografia) della storia. Ovvero quella di Joseph Nicephore Niepcé (qui a lato), che si legge con l'accento sull'ultima lettera proprio perchè è francese. Si tratta di un inventore nato nel 1765 da una nobile famiglia francese.


Niepce iniziò ad interessarsi dei fenomeni della luce nel 1816 a quanto pare dopo avere soggiornato a Cagliari. La prima foto che lui riuscì ad elaborare è forse questa "eliografia" che si intitola "Veduta dalla finestra a Le Gras" realizzata nel 1826 dopo avere collocato una lamina cosparsa di vernice fotosensibile sullo sfondo di una camera oscura. Il tempo di esposizione richiesto da questa foto è stato di otto ore circa. Nella foto si possono osservare o meglio intravvedere i tetti della case su cui si affacciava la casa di Niepce a Le Gras appunto.






A Chalon-sur-Saône suo paese natale è stato costruito questo monumento che lo ricorda.